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Manar Maged

Bambina egiziana nasce con una testa “in più” attaccata alla sua: quella di suo fratello, vivo

Esistono storie davvero sorprendenti di bambini che nascono con particolarità uniche. Tra questi sicuramente spicca questa bambina egiziana, il quale è venuto al mondo letteralmente con una testa “in più”. Le sue fotografie hanno fatto il giro del mondo e tutti si sono incuriositi. Adesso la bimba è decisamente cambiato, grazie ad un’intervento salvavita.

Il nome della nostra piccola protagonista è Manar Maged, una bambina proveniente dall’Egitto che è nata con un “mezzo” fratellino attaccato alla testa. La bambina, infatti, sconvolse tutti quanti quando, venendo al mondo, portava inglobato a sé la testa di suo fratello, vivo. Il bambino che la piccola aveva attaccato era infatti vivente, con un cervello a parte, ma incapace di sopravvivere da solo.

Manar Maged e la madre

Ovviamente, tutto ciò lasciava degli strascichi importanti sulla salute della piccola Manar Maged, la quale non poteva in alcun modo respirare da sola, camminare e né tanto meno svolgere molte attività che per altri bambini sarebbero risultate normali. Per questo, era necessario subire un intervento al fine di avere il giusto stile di vita, degno di una bambina come lei.

Così, la piccola a soli 10 mesi è stata messa sotto i ferri da un’equipe formidabile. Dopo 13 ore di intervento, nelle quali è stato necessario ricostruire passo per passo l’anatomia della testa, per evitare che avesse complicazioni postume, i dottori hanno dichiarato Manar Maged sana e salva.

Stando a quanto dichiarato dai dottori, Manar Maged è riuscita a riprendere la piena funzionalità del suo corpo, arrivando a non mostrare alcun segno di paralisi. Dopo 48 ore dall’intervento, la bambina è stata completamente staccata dal ventilatore, poiché capace di ventilarsi da sola.

I dubbi dei medici, prima di affrontare l’intervento, erano davvero molti. Infatti, la domanda principale che ci si poneva era se la circolazione e il sistema nervoso della bambina fossero in collegamento e condivisione con quelli del suo “fratello gemello”. In questo caso, infatti, l’intervento sarebbe stato ancora più rischioso. Il fatto che la bimba sia sopravvissuta è stato un grande segno di quanto la medicina stia facendo progressi notevoli.

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