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Campi estivi per bambini, come scegliere quello giusto

L’estate sta arrivando ed insieme a lei la fine dell’anno scolastico. Se non si ha la possibilità di stare a casa con i figli e, purtroppo, non si ha nessuno che possa occuparsene, una valida alternativa sono i campi estivi. Spesso i genitori sono timorosi nel lasciare i figli ai campi estivi o in qualsiasi struttura dove non sono direttamente controllati da loro, soprattutto per paura che il figlio possa sentirsi solo o che gli possa succedere qualcosa.

Una moda Americana sbarcata da molto in Italia

Al contrario di come si pensi, il campo estivo può essere invece, la mossa giusta per permettere al bambino di imparare a socializzare e autogestirsi in completa autonomia.
Grazie alle innumerevoli attività che il bambino potrà svolgere in un campo estivo, avrà modo di imparare a socializzare e condividere con gli altri bambini e soprattutto gli servirà a sviluppare la propria personalità.

La possibilità di fare tante nuove esperienze, scoprire realtà differenti e cimentarsi in attività diverse da quelle scolastiche, lo aiuteranno ad aprire la mente verso cose nuove e alimenteranno la curiosità nell’imparare, dando vita ad avventure che saranno poi fondamentali per prepararsi a quello che sarà il suo futuro, a fare scelte e a prendersi responsabilità.

In un mondo sempre più virtuale, bisogna dare la possibilità ad un bambino di staccarsi dallo schermo e poter conoscere cose nuove e stimolanti, stare a contatto con il mondo reale e apprendere importanti lezioni di vita, iscrivendolo ad un campo estivo potrà confrontarsi con le responsabilità e i doveri della vita di tutti i giorni dovendo sbrigare da solo le piccole difficoltà quotidiane, imparando così, a gestire tutto in autonomia. In più, dovendosi confrontare con i propri coetanei, in un contesto differente da quello scolastico, avrà la possibilità di capire meglio come rapportarsi con gli altri e conoscere tante persone nuove con cui stringere importanti amicizie.

Quali attività si fanno

Nei campi estivi in Italia possiamo ritrovare il contatto con la natura e il rispetto per la stessa, capire quanto possa essere importante salvaguardare il nostro pianeta e far in modo che possa sentirsi a suo agio in mezzo ad essa rilassandosi e divertendosi, senza paure. Imparare a coltivare un orto, prendersi cura delle piante, capire come farle crescere, sono tutte cose importanti per la crescita di un bambino, se capirà il rispetto per la natura, capirà che la fatica e l’impegno possono dare grandi soddisfazioni. 

Si lancerà in molte attività sportive, magari diverse dalle solite, scoprendo così nuove passioni e capacità. Con i giochi all’aria aperta, potrà fare tanta attività fisica e comprendere lo spirito di squadra e il valore di una sana competizione. Oltre che ad essere un ottimo modo per tenersi in forma, far parte di una squadra aiuterà sicuramente il piccolo a superare la sua timidezza, a sconfiggere i propri limiti, rafforzando così la sua autostima.

Oltre all’attività fisica, il bambino potrà concentrarsi sui propri interessi svolgendo delle attività creative e sviluppando così il senso per l’estetica e la manualità, riuscendo a comprendere il mondo dell’arte, della musica e, perché no, anche della cucina in maniera semplice e divertente. In questo modo potrà ampliare i suoi interessi e prendere coscienza delle proprie abilità, penso sia il sogno di ogni bambino poter pasticciare quanto si vuole, o no?

Campo estivo, sono tutti uguali

Per quanto riguarda la scelta del campo estivo, bisognerebbe seguire soprattutto il volere del bambino nonché le sue naturali inclinazioni se, ad esempio, il piccolo ama giocare a calcio si può prendere in considerazione l’idea di iscriverlo ad un campo estivo organizzato proprio dalle scuole calcio.  I campi estivi in Italia sono molteplici, dalla natura allo sport passando per la musica, abbiamo l’imbarazzo della scelta, qui entra in gioco, appunto, il volere del bambino e le sue passioni, scegliere insieme è fondamentale, così da non rischiare che diventi una brutta esperienza.

Quindi non lasciatevi scoraggiare  da domande come “e se si sente solo? E se non sa cavarsela?”   ricordatevi che le paure sono soprattutto dei genitori più che dei bambini, dopo qualche lacrima iniziale diventerà una delle esperienze più divertenti e stimolanti che possiate regalare a vostro figlio, finirete sorpresi dallo scoprire quante cose è in grado di fare da solo e specialmente vederlo alle prese con tutte le cose imparate!

Non dobbiamo sottovalutare questa opzione per i nostri figli, il distacco anche quando il bambino è relativamente piccolo ( 8-10 anni ) può fare bene sia a lui ma sopratutto anche a noi stesse. Non dobbiamo tenere con morbosità il bambino al nostro fianco facendogli fare anche attività per lui noiose come uscire con le nostre amiche o partecipare a lunghe colazioni che sicuramente esulano dai suoi interessi.