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Ecco perché Stallone ha cresciuto suo figlio in casa e lontano dai riflettori

Si pensa che la vita di una star sia fatta di vantaggi e tanti lussi. In parte è vero, ma come tutte le persone comuni non sono esenti dagli eventi della vita, positivi o negativi. Un divo del cinema come Sylvester Stallone ha avuto una carriera costellata di successi, ma nel suo privato ha dovuto affrontrare una tragedia enorme come la perdita di un figlio. E con un figlio in particolare ha cercato il più possibile di tenerlo lontano dai riflettori e crescerlo in casa. Ecco perché.

La morte del figlio maggiore e l’autismo del secondogenito

Stallone ha sposato Sasha Czack nel 1974 e con lei ha avuto due figli, Sage Moonblood e Seargeoh, nati a tre anni di distanza l’uno dall’altro.

Purtroppo Sage è venuto a mancare nel 2012 a causa di un arresto cardiaco dovuto da una aterosclerosi. Il papà ha sempre cercato di proteggere i suoi figli, soprattutto dopo la morte di Sage ha tutelato maggiormente Serageoh, il suo secondogenito a cui hanno dato una diagnosi di autismo all’età di tre anni.

La protezione di Stallone nei confronti del figlio autistico

Quando Stallone ha ricevuto la diagnosi di autismo nei confronti del figlio, in un primo momento si è ritrovato insieme alla moglie ad affrontare un percorso impegnativo. Ma entrambi i genitori sapevano che avrebbero fatto il possibile per dare al figlio tutti gli strumenti utili per essere un ragazzo autonomo.

Per questo motivo hanno preferito tutelarlo maggiormente e crescerlo nella tranquillità di casa. Il bambino ha sempre seguito costantemente le terapie e nel tempo ha fatto passi sa gigante. Ma il fatto di averlo tenuto lontano dai riflettori ha permesso al ragazzo di crescere sereno e spensierato.

Stallone e la moglie poi si separeranno e lui avrà altre tre figli in seconde nozze con Jennifer Flavin.

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