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bambino con asma

Il bambino con asma bronchiale

È possibile riconoscere l’asma bronchiale nel bambino? Si tratta di una patologia che presenta delle specifiche caratteristiche nel paziente pediatrico e che non è difficile riconoscere per effettuare una diagnosi corretta.

Vi parliamo di tutto quello che c’è da sapere sull’asma bronchiale nel bambino in questo articolo.

Le caratteristiche anatomofisiologiche delle vie aeree del paziente pediatrico

Fino ai 6 mesi di vita il neonato possiede un’obbligatoria respirazione nasale. La sua piccola lingua è grande e lo stesso vale per l’epiglottide, che appare anche morbida perché con poca cartilagine. La trachea è corta e la laringe ha una posizione piuttosto alta.

Nel bambino fino ai suoi due anni di età, lo sviluppo delle vie aeree è molto più lento rispetto a quello del parenchima polmonare. Il suddetto processo viene chiamato “crescita dissinaptica” e in qualche caso rappresenta un fattore da tenere in considerazione per quanto riguarda eventuali patologie respiratorie.

Inoltre prima della pubertà i polmoni delle femmine sono più piccole delle vie aeree, mentre nei maschi è il contrario. Invece dopo la pubertà si verifica il processo inverso. La scienza spiega questo processo parlando di prevalenza diversa delle malattie respiratorie nei due generi.

Quando un bambino viene al mondo, nel suo corpo sono presenti tra i 20 e i 50 milioni di alveoli. Questo è un numero che aumenta sempre di più (fino a 10 volte) grazie a un particolare processo che prende il nome di alveolarizzazione.

Non si sa bene quando il suddetto processo termina, alcuni studi indicano la sua completezza verso i due anni, altri agli 8 anni. Lo stesso vale per le dimensioni di arterie e alveoli che smettono di crescere tra i tre e i cinque anni di vita.

Come dicevamo le vie aeree dalla nascita in poi subiscono numerose modificazioni. Il diametro aumenta del 200/300%, la parete è invece più sottile mentre il contenuto di ghiandole mucose è maggiore proporzionalmente. Alla nascita inoltre, è già presente la muscolatura liscia bronchiale che continua a svilupparsi fino agli 8 mesi di vita. Ma sono solo le vie aeree prossimali che continuano a svilupparsi fino all’età adulta.

Nel processo di sviluppo anche i muscoli della respirazione vanno incontro a diversi e importanti cambiamenti. Il più importante muscolo respiratorio, il diaframma, presenta un’inserzione diversa rispetto a quella dell’adulto. Nel neonato infatti è molto povero di fibre rosse, che hanno l’importante compito di conferirgli la resistenza.

La stessa debolezza caratterizza anche i muscoli intercostali. Ciò vuol dire che la capacità respiratoria del bambino può essere influenzata da diversi fattori, al contrario di quella dell’adulto. La transizione tra respirazione diaframmatica a quella intercostale inizia tra i 2/4 anni di età e termina verso gli 8 anni.

In sintomi dell’asma bronchiale

Asma bronchiale è il nome di una malattia cronica delle vie aeree caratterizzata da un’ostruzione bronchiale, da un declino veloce della funzionalità respiratorie e da un’iperattività bronchiale. Viene curata grazie a una specifica terapia.

Le suddette alterazioni vengono provocate da diversi meccanismi, tra cui un’infiltrazione di cellule infiammatorie, il rimodellamento delle vie aeree e il rilascio di mediatori. Di seguito i sintomi più comuni:

  • tosse
  • dispnea
  • senso di costrizione toracica
  • respiro sibilante

Inoltre in base all’eziologia l’asma bronchiale si divide in:

  • misto (soprattutto nel bambino)
  • non allergico
  • allergico

Ma esistono anche altre classificazioni dell’asma. Che può ulteriormente essere diviso in:

  • Persistente: con attacchi continui sia di notte che di giorno
  • Lieve persistente: con una sintomatologia che si presenta meno di una volta al giorno ma più di una volta a settimana
  • Moderato persistente: i sintomi sono quotidiana e gli attacchi di asma si presentano più di una notte a settimana
  • Intermittente: i sintomi si verificano meno di una volta alla settimana mentre quelli notturni meno di una volta al mese

Per quanto riguarda i fattori scatenanti, i seguenti sono i maggiori colpevoli:

  • allergeni (peli di animali, muffe, acari, pollini)
  • infezioni respiratorie
  • fumo
  • particolari farmaci (aspirina)
  • nebbia
  • aria fredda
  • sbalzi di temperatura
  • attività fisica
  • sostanze irritanti volatili
  • forti emozioni
  • obesità
  • rinite
  • sinusite

Per completezza, esistono anche altri fattori di rischio che possono portare all’insorgenza dell’asma. Stiamo parlando di:

  • oltre 4 episodi di wheezing (rumore causato dall’aria che passa attraverso i bronchi ristretti o i bronchioli. È presente maggiormente durante l’espirazione.
  • Nel corso di un anno un insieme di uno dei criteri maggiori o due di quelli minori.

Criteri maggiori:

  • uno skin test positivo per un allergene
  • eczema
  • storia familiare di asma

Criteri minori

  • rinite
  • allergia alimentare a uova, nocciole e latte
  • eosinofilia >4%
  • wheezing non in rapporto a episodi infettivi

La diagnosi, come abbiamo già affermato non è molto difficile e viene effettuata dopo l’anamnesi, in cui si prende come riferimento alcuni specifici sintomi ( tosse con poco espettorato chiaro, respiro sibilante e senso di costrizione toracica. Successivamente si procede con un esame fisico, delle prove di funzionalità respiratoria (spirometria) e dopo dei prick test, dei prick by prick, dei patch test, dei PRIST, dei RAST e infine dopo una valutazione immunologica.

Il trattamento

Purtroppo al momento non esistono dei trattamenti capaci di eliminare l’asma. Dopo una diagnosi si procede con delle cure continue che garantiscono al paziente uno stile di vita normale e che tengono la malattia sotto controllo.

Il trattamento è diverso da persona a persona e varia in base alla gravità, alla frequenza e al controllo della malattia. Nel caso in cui la patologia sia acuta si procede con la somministrazione per via inalatoria di farmaci corticosteroidi e di salbutamolo.

Nella terapia di fondo vengono invece impiegati steroidi inalatori oppure antileucotrienici. Naturalmente svolge un ruolo di particolare importanza l’eliminazione del vizio del fumo (attenzione anche a quello passivo) e il controllo ambientale.

La prognosi, soprattutto nei bambini a cui è stata diagnosticata una malattia in forma lieve, è buona. Il merito è da ricercare nel trattamento efficiente che si basa sulla somministrazione di farmaci corticosteroidi che prevengono e migliorano il declino della funzionalità polmonare.

La terapia inalatoria

Nell’asma, ma in generale in molte patologie respiratorie, la terapia viene somministrata per via inalatoria, ovvero i farmaci inalati finiscono direttamente nel sito di azione, ovvero i bronchi, i polmoni e la trachea. Proprio per questo motivo agiscono molto più velocemente rispetto alle gocce o alle compresse.

Quando si pensa alla terapia inalatoria bisogna però tenere in considerazione il diametro del sito su cui si vuol far agire il farmaco. Ecco perché esistono due trattamenti diversi:

  • Distanziatore: si tratta di un dispositivo che aumenta l’efficacia degli inalatori spray già dosati. In sostanza prende la forma di una camera fatta di metallo o plastica formata da un’apertura in cui si inserisce l’inalatore spray. Inoltre è presente un’altra apertura utile per l’inalazione vera e propria del farmaco che viene spruzzato dentro il distanziatore. Alcuni distanziatori sono muniti anche di mascherine e sono impiegati nella terapia di pazienti poco collaboranti.
  • Aerosolterapia: ovvero l’aerosol, l’aggeggio tanto odiato dai bambini. Questa terapia consiste nella somministrazione di farmaci nebulizzanti che finiscono direttamente nelle vie respiratorie. È uno dei trattamenti più utilizzati, perché è particolarmente mirato e non permette la dispersione del farmaco. La sua efficienza infatti è dovuta proprio a questi due fattori: il farmaco finisce direttamente nelle vie aeree e non viene assorbito a livello sistematico. Ciò vuol dire che non agisce nemmeno su altri organi causando degli effetti collaterali. Inoltre l’organismo inala la corretta dose perché il nebulizzatore non permette la dispersione del farmaco.