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Mamma accompagna la figlia cieca in Università per 4 anni

Mamma accompagna la figlia cieca in Università per 4 anni: a lei la laurea honoris causa

Questa è una bellissima storia che mostra come la dedizione dei genitori debba sempre essere premiata e riconosciuta. Il rettore dà una laurea honoris causa a una mamma che ha accompagnato la figlia cieca in Università per 4 anni, per permetterle di conseguire il titolo di studio. Ogni giorno era lì con lei ed è giusto che anche lei si possa laureare.

Mamma accompagna la figlia cieca in Università per 4 anni
Fonte foto da Twitter di Kochavva

Berru Merve Kul ad aprile, dopo 4 anni di studi presso la Sakarya University in Turchia, ha discusso la sua tesi di laurea in giurisprudenza. Accanto a lei, come sempre, c’era Havva, sua madre, che per tutto il percorso universitario le è sempre stata accanto, perché Berru Merve Kul è cieca e da sola non avrebbe potuto andare a lezione, seguire i corsi, sostenere i test. La facoltà, infatti, non le ha dato alcun supporto in tal senso.

Berru Merve Kul non ha potuto avere materiale di studio in braille e anche durante le lezioni non aveva accanto un docente che potesse esserle d’aiuto per leggere alla lavagna o per sostenere gli esami scritti. Per fortuna aveva accanto la sua mamma, che è stata i suoi occhi per tutto il tempo degli studi universitari.

Berru Merve Kul
Fonte foto da Twitter di Kochavva

Mahmut Bilen, il professore universitario che ha consegnato il diploma di laurea alla ragazza, ha voluto raccontare sui social quella grande festa, in cui anche la mamma ha ricevuto una laurea honoris causa, per il suo impegno e la sua dedizione, che hanno permesso alla figlia di laurearsi in giurisprudenza, realizzando così il suo più grande sogno.

Berru Merve Kul e Havva
Fonte foto da Twitter di Kochavva

Sentivamo che anche lei meritava di essere lì, dopo aver preso appunti con Berru e averla aiutata con i compiti.

Tutti hanno elogiato la donna, definendola non solo mamma dell’anno, ma mamma del secolo, per quello che ha fatto. E anche la figlia è diventata un simbolo di lotta all’interno dell’università per una maggiore inclusione e un maggiore sostegno alle persone con disabilità visiva.