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figlio di 2 anni

Perché tuo figlio di 2 anni non ti ascolta e come dovresti parlare per farti ascoltare

Tuo figlio di 2 anni non ti ascolta? Non ti preoccupare, capita a tutti quanti. Questa è un’età davvero molto delicata, che preoccupa tante mamme e tanti papà. Non a caso nei paesi anglosassoni li chiamano i terribili 2, perché spesso affrontare i cambi di questo periodo nel carattere dei nostri figli non è assolutamente facile. I genitori si trovano di fronte un bambino diverso, perché qualcosa in loro sta cambiando e noi non ci possiamo fare niente.

Intorno ai 2 anni, infatti, nel cervello dei più piccoli di casa avviene una vera e propria rivoluzione. Più di 700 neuroni lavorano e creano connessioni per far crescere il piccolo, che ormai è un mini adulto e si sta formando in carattere e personalità, oltre che nel fisico. A differenza di pochi mesi prima, le esperienze che affronta sono molto differenti e per lui non è facile affrontare questo stravolgimento. Le emozioni possono esplodere e gestirle non è affatto semplice. Non lo è per noi adulti, figuriamoci per i più piccoli di casa.

Il bambino tende a non ascoltare a questa età. Ed è assolutamente normale. Ogni parola è una sfida, perché sta crescendo e vuole mettere alla prova non solo se stesso, ma anche i genitori. Se diciamo spesso che uomini e donne parlano lingue completamente diverse perché arrivano da pianeti tanto lontani, lo stesso vale anche per le differenze di età tra genitori e bambini. Basta solo sapere come affrontare certe situazioni e come comportarsi in questi casi.

Come affrontare i due anni dei bambini

Come affrontare i due anni dei bambini
Fonte Pixabay

Karen Zaltzman, Parenting Coach, spiega che i bambini non capiscono le domande come gliele poniamo noi grandi, perché non riescono a fare ragionamenti così articolati. Ad esempio, se chiede una zuppa e viene servita, loro si disperano perché non la vogliono più e si disperano, eppure l’hanno chiesta loro. I grandi iniziano a fare sempre le stesse domande, facendo dei ragionamenti che loro a livello cerebrale non riescono a fare. Ricevendo stimoli che non riescono a gestire, nella loro testa si genera una gran confusione. E nemmeno loro sanno come reagire. Nemmeno loro sanno perché poco prima volevano la zuppa e adesso non la vogliono più.

In questi casi, secondo l’esperta è meglio fermarsi un attimo e capire cosa sta passando per la testa di tuo figlio. Cerca di capire il suo ragionamento, le sue emozioni, rispetta la sua reazione e parti da lì, rinuncia a capire il perché, ma affronta il percorso.

Nell’esempio della zuppa, se non la vuole più, puoi dirgli: Vedo che non vuoi più la zuppa, puoi mangiarla subito o aspettare fino all’ora di cena”. Così si segna il limite, ci si ferma e si permette al bambino di elaborare informazioni semplici che può affrontare. Quando fai le cose con calma e lasci a loro la scelta, ponendo dei limiti, allora accade la magia. Probabilmente dopo un paio di minuti tuo figlio ti dirà che è pronto per mangiare la zuppa, senza che tu ti sia arrabbiato o abbia urlato per questo.

Il cervello dei bambini è in continua evoluzione

I genitori devono pensare che per quanto sia illogico il percorso che i più piccoli affrontano, in realtà loro stanno sperimentando migliaia di cose al secondo e il cervello è in continuo movimento con milioni di connessioni. È importante prendersi cura del proprio cervello e di quello dei bambini. Secondo la neuropsicologa Natalia Martín de la Huerga, i genitori sono responsabili dello sviluppo cerebrale ottimale dei propri figli. E ha dei consigli da darci da seguire fin da subito per ottenerlo:

  1. Amore, affetto, abbracci, coccole, contatto pelle a pelle
  2. Aiutiamoli a gestire le emozioni e a risolvere i conflitti in modo rispettoso
  3. Una dieta sana ricca di frutta e verdura ma povera di grassi saturi e zuccheri può aiutare
  4. Concedi ai bambini ore di relax, con attività fisica e giochi all’aria aperta.

La prossima volta che credi che tuo figlio non ti stia ascoltando, non cercare di trovare risposte logiche, ma attendi di comprendere il suo percorso con amore e pazienza.