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Una coppia fa causa alla clinica per la fertilità dopo lo scambio di embrioni con fecondazione in vitro

Non c’è evento più bello per una coppia dell’attesa di un figlio. Non sempre però si può concepire naturalmente, così si ricorre all’aiuto medico grazie alla fecondazione. Così avevano fatto Alexander e Daphna Cardinale che per concepire la loro seconda figlia si sono affidati a una clinica per la fertilità.

La coppia aveva già una figlia, Olivia. Desiderava però tanto dare un fratellino o una sorellina alla bambina, così hanno deciso di fare la fecondazione in vitro, che permetteva l’impianto l’embrione fecondato in provetta nell’utero della madre.

Tutto procede bene e Daphna rimane incinta. Nel settembre del 2019 la donna partorisce una splendida bambina. Poco dopo la nascita della bambina però, i genitori notano subito poca somiglianza con loro e una carnagione più scura. Il dubbio comincia a insinuarsi, ma per qualche mese accantonano questa stramba idea e cercano di condurre la loro vita normalmente.

Il sospetto però si era ormai insinuato in loro e decidono di fare un test del DNA. Il risultato è stato che la bambina non era la loro figlia biologica. Dopo lo shock iniziale, la coppia si mette alla ricerca del figlio perduto e riescono a mettersi in contatto con una donna che però vuole mantenere l’anonimato. Era lei che aveva portato in grembo il loro bambino.

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Dopo quattro mesi dalla loro nascita i bambini sono tornati ognuno nelle rispettive famiglie biologiche. Il trauma però aveva ormai colpito tutti.  “Ho perso un bambino e allo stesso tempo ho avuto un bambino”, ha raccontato Daphna.

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Ancor di più la famiglia Cardinale si trovava in una situazione antipatica perché avrebbero dovuto spiegare alla figlia maggiore che quella non era la sua vera sorella. La bambina ha risentito infatti di tutto questo dolore e ha reagito chiudendosi in se stessa. Di certo la situazione che si è venuta a creare è stata traumatica per tutti.

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La coppia Cardinale ha deciso di fare causa al California Center for Reproductive Health (CCRH) e il medico curante per violazione del contratto, negligenza e frode medica.