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Barbie non è più bionda e magra

Barbie non è più bionda e magra: le Barbie curvy, more e diversamente abili

La Barbie è sicuramente una delle bambole più famose al mondo. Tutte le bambine, di ogni generazione dagli anni Cinquanta in poi, ne hanno sognata e avuta una o più di una. Per inventare tante storie diverse grazie agli accessori e ad altri personaggi, come l’eterno fidanzato Ken. Oggi, però, la doll Mattel più famosa al mondo ha cambiato stile. Barbie non è più bionda e magra. Barbie è curvy, mora, disabile. Per rappresentare più bambine possibili.

Da sempre Barbie fa rima con capelli biondi, pelle chiara, vita sottile, gambe magrissime e lunghissime. Dal 1959 la Mattel, l’azienda produttrice, l’ha rappresentata così, ma oggi ha deciso di cambiare, per fare in modo che bambini e bambine di tutto il mondo potessero identificarsi con il loro gioco. E non solo di recente: da tempo la Barbie è un gioco inclusivo.

Barbie Fashionistas
Fonte foto Mattel

Christie è stata la prima Barbie afroamericana, arrivata sul mercato internazionale nel 1968. Da allora le bambole della Mattel hanno compiuto un importante viaggio per parlare di inclusione, diversità. 50 anni dopo il debutto di Christie, Barbie può vantare più di 35 diverse tonalità di colore di pelle sulle bambole: brune, afro, bianche, abbronzate, con la vitiligine, come si può notare nella collezione Barbie Fashionistas.

E poi non solo più capelli biondi e lisci, ma anche capelli ricci, afro, trecce, capelli mori, ma anche tinte pastello. E c’è anche una Barbie dai capelli completamente rasati. Lo sforzo di rappresentazione di Barbie non si concentra esclusivamente sul colore della pelle o dei capelli, ma anche sul fisico. Non più bambole magrissime, ma anche con qualche curva in più, oltre che con disabilità come la bambola sulla sedia a rotelle o con protesi alla gamba.

Barbie Role Models
Fonte foto Mattel

Role Models, invece, è la collezione di Barbie per raccontare a bambini e bambine del mondo intero le storie di grandi donne del passato e del presente, con cui l’azienda tenta di ispirare i più piccoli e le più piccole e spronarle a studiare e a dedicarsi a quello che amano, che vogliono fare da grandi, che sognano.