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etichette dei vestiti

Come decifrare le incomprensibili etichette dei vestiti

Chi ha inventato le etichette con le indicazioni di lavaggio dei vestiti era un sadico. Non si spiega altrimenti. Alzi la mano chi ha mai capito tutti, ma proprio tutti i simboli riportati sopra. Quando acquistiamo un nuovo capo di abbigliamento dovremmo sempre dare un’occhiata alla sua etichetta. Per comprendere di che materiale è fatto, dove è stato fabbricato e confezionato e, soprattutto, per capire come prenderci cura di lui. Fosse facile.

L’etichetta è obbligatoria su ogni capo di abbigliamento. All’interno troviamo dati utili per conoscerne la provenienza, la fattura e il tipo di lavaggio migliore. Cerchiamo sempre di optare per il Made in Italy, in ogni fase della produzione dell’abito, e anche di scegliere creazioni realizzate in tessuti naturali, per proteggere la salute nostra e dell’ambiente. E poi cerchiamo di capire se saremo in grado di lavarlo a casa o dovremo andare in lavanderia ogni volta.

Nelle etichette, infatti, sono contenute, ad esempio, informazioni riguardanti il lavaggio in lavatrice, quello a mano, l’uso o meno di ferro da stiro e asciugatrice, la temperatura del lavaggio e altre avvertenze che dobbiamo assolutamente seguire se vogliamo che il capo duri a lungo e sia sempre perfetto, come appena uscito dal negozio. Sulle etichette è riportato tutto quello che dobbiamo sapere, tutte le regole base, l’importante è capire tutti quei simboli e quelle sigle.

Molti sono intuitivi e facili da comprendere: anche un bambino o una persona che non ha mai lavato un capo in lavatrice in vita sua potrebbe arrivarci. Altri, invece, sono del tutto incomprensibili. Oggi vogliamo svelarti tutto quello che devi sapere o hai sempre voluto sapere e non hai mai osato chiedere.

Etichette dei vestiti
Fonte Pixabay

Provenienza del capo di abbigliamento

Sull’etichette deve per legge essere riportato il luogo in cui quel capo di abbigliamento o quell’accessorio è stato prodotto. Lo trovi dopo il “Made in”, con l’indicazione del paese in cui ha avuto luogo la lavorazione. Spesso infatti aziende italiane si affidano a manifattura estera perché costa meno, quindi conoscere tutto il percorso fatto da ogni capo è fondamentale. Anche in un’ottica di sostenibilità, di sicurezza e di non sfruttamento della manovalanza.

Materiale di fabbricazione

Le etichette contengono anche informazioni utili sul materiale utilizzato per la confezione del capo, sotto forma di percentuale. 100% seta o 100% cotone, ma anche 80% poliestere e 20% cotone e così via. Conoscere di cosa è effettivamente fatto un vestito è fondamentale per poterlo lavare correttamente, ma anche per fare acquisti consapevoli cercando di scegliere più materie prime naturali. L’ambiente e la salute ringraziano.

Lavaggio del capo di abbigliamento

A questo punto arrivano i tanti simboli che ci danno le istruzioni per lavare il capo di abbigliamento. La vaschetta piena di acqua indica che si può lavare in lavatrice, mentre se c’è sopra una mano si può lavare solo a mano. Con due linee sotto indica un lavaggio dolce, con un puntino dentro acqua fredda, due puntini tiepida e tre calda. Oltre al tipo di lavaggio, ci sono anche informazioni sulla temperatura da preferire. La vaschetta contiene dentro il numero da tenere a mente: 30 gradi, 40 gradi, 60 gradi.

Ci sono poi altri simboli che indicano come prendersi cura del capo quando è ora di lavarlo:

  • simbolo del panno attorcigliato con croce sopra, non si deve strizzare
  • simbolo del piccolo quadrato: con linea orizzontale bisogna usare una centrifuga bassa, con tre verticali bisogna asciugarlo verticalmente senza centrifuga, con una curva puoi stenderlo.
  • simbolo del piccolo quadrato con dentro un cerchio, indicazioni sull’uso dell’asciugatrice: se è sbarrato non si può usare, se non è sbarrato sì. Se ha una linea orizzontale sotto bisogna scegliere un programma di centrifuga permanente, mentre se le linee sono due il programma più delicato. Quando il cerchio è tutto colorato, allora si può usare solo il ciclo a freddo. Un puntino dentro il cerchio indica di usare un basso calore, mentre tre puntino alto calore.

E ancora: il triangolo indica la possibilità o meno di usare la candeggina (quando ha due linee dentro devi usare quella senza cloro, mentre se c’è la croce non lo fare mai).

Fonte Pixabay

Stirare i capi di abbigliamento

Le etichette indicano anche queste informazioni. C’è un disegno di un piccolo ferro da stiro. Quando è barrato, vuol dire che è bene non stirare, mentre se la barra è alla base che puoi farlo ma senza il vapore. Se dentro il ferro ci sono dei puntini, questi indicano la temperatura.

Lavaggio a secco

Alcuni capi di abbigliamento non si possono lavare a secco in lavanderia. Se c’è un simbolo a forma di cerchio affidati pure al tuo professionista di fiducia, mentre se ha una croce sopra non lo fare (ma se è un vero professionista se ne accorgerà da solo). Se dentro al cerchio c’è una A vuol dire “lavabile a secco con qualsiasi solvente”, mentre la “F” indica che il capo va lavato solo con idrocarburi trifluoro e tricloroetano. Sotto una linea a destra indica di lavare a bassa temperatura, mentre se è in alto a destra senza vapore.