Mamma Sto Bene!
Neonati scambiati alla nascita

Neonati scambiati alla nascita: per 9 mesi due mamme crescono il figlio dell’altra

Recentemente i casi di cronaca nazionale e internazionale ci presentano sempre inquietanti storie di neonati scambiati alla nascita. Un incidente che non si augura a nessuno: si cresce per anni un figlio che si pensa sia proprio quando in realtà è il bambino di un’altra famiglia. E come comportarsi dopo quando l’arcano viene svelato? Ormai quel bambino è parte della tua vita, ma è giusto che conosca anche il sangue del proprio sangue. Una situazione davvero molto delicata. Come delicata è la storia di due mamme brasiliane che per 9 mesi hanno cresciuta l’una il figlio dell’altra.

Francielli García e Erivania Danfel sono due mamme brasiliane di 24 e 25 anni. Entrambe hanno partorito nello stesso ospedale: tutto è andato bene e dopo i canonici giorni di ricovero e le visite per valutare le condizioni di salute della donna e del bambino, le due donne sono tornate a casa con i rispettivi figli. Dopo 9 mesi, però, queste due donne hanno scoperto una verità che le ha lasciate senza parole: i loro figli erano stati scambiati in ospedale.

L’incidente è avvenuto all’ospedale regionale Albert Sabin di Alta Floresta, un comune del Brasile nello Stato del Mato Grosso, parte della mesoregione del Norte Mato-Grossense e della microregione di Alta Floresta. I due bambini sarebbero nati a pochi secondi di distanza l’uno dall’altro. E per un errore di distrazione, le infermiere hanno consegnato i due bambini alla mamma sbagliata. In quei momenti concitati deve essere successo qualcosa che ha condotto a un incidente davvero terrificante: puoi immaginare cosa hanno provato le due famiglie quando hanno scoperto cosa era successo dopo la nascita dei due bebè?

Francielli García e Erivania Danfel

Quando le mamme hanno avuti i primi dubbi

All’inizio le due mamme non si sono rese conto di nulla, ovviamente. Erano solo felici che il parto fosse andato bene e che i loro bambini fossero sani e salvi. Un dubbio è stato sollevato da Francielli García quando ha deciso di conservare il braccialetto che viene messo alla nascita sul polso o sul piedino del neonato e sul polso della mamma, per identificare i piccoli ed evitare ovviamente scambi di culle. Solo in quell’occasione la donna ha scoperto che il nome scritto sopra non era il suo.

La donna si è allarmata per questa scoperta. E così ha deciso di chiamare l’ospedale per verificare che fosse tutto a posto. Dall’ospedale le hanno detto di stare tranquilla, che era impossibile che i bambini fossero stati scambiati subito dopo la nascita. Evidentemente l’errore c’era stato, ma non nello scambio dei piccoli, quanto piuttosto nella compilazione dei dati presenti sul braccialetto.

Nel frattempo anche Erivania Danfel avevano notato quella piccola incongruenza nel braccialetto che il figlio portava addosso. Ma all’inizio aveva pensato che forse il nome riportato era quello dell’ostetrica che l’aveva presa in cura. E così non andò avanti a indagare per capire cosa fosse successo, continuando a crescere quel bambino come se fosse davvero il suo.

Erivania Danfel

Nessuna delle due mamme ha più indagato sull’errore nel braccialetto dei loro figli

Dal momento che entrambe le donne non sono andate avanti con la questione, le due mamme hanno continuato a crescere in modo inconsapevole l’una il figlio dell’altra. Nove mesi dopo, però, qualcosa è cambiato. Il destino ha voluto che le due donne avessero un appuntamento dal dottore nello stesso ospedale in cui erano nati i piccoli, nello stesso giorno e praticamente allo stesso orario.

Le due mamme erano sedute l’una accanto all’altra con in braccio quelli che credevano fossero i loro rispettivi figli. Ma fu proprio in quell’occasione che Francielli notò qualcosa di strano. La donna non poteva smettere di pensare che il figlio di Erivania fosse tale a quale alla sua famiglia: aveva dei lineamenti molto simili a quelli del marito. E si è ricordata della storia del braccialetto. Il dubbio era di nuovo tornato a farsi breccia nella sua testa. E il cuore le diceva di andare avanti e non fermarsi.

Francielli decise di provarci e chiese alla donna come si chiamasse. Quando ha sentito il suo nome, subito si ricordò di quello c’era inciso sul braccialetto del figlio.

Mi ha chiesto quale fosse il nome sul braccialetto del mio bambino e le ho detto che pensavo fosse qualcosa come Gracielli o Francielli.

In quel momento entrambe le mamme hanno iniziato a sospettare che forse l’ospedale aveva sbagliato qualcosa. E per scoprirlo con certezza hanno deciso di fare il test del DNA:

Ero terrorizzata dal risultato. Non potevo immaginare che mio figlio non fosse mio. Gli ho fatto il primo bagno, l’ho visto gattonare, l’ho visto crescere ogni minuto di ogni giorno e ora, se non lo era mio figlio, potrei perderlo.

Ovviamente il risultato del test ha confermato i dubbi delle due donne: i bambini erano stati scambiati alla nascita. Le due famiglie si sono rivolte al Tribunale, per risolvere il caso. Probabilmente i giudici, vista la tenera età dei bambini, decideranno di riconsegnare i bambini ai legittimi genitori, che avranno bisogno di tanto supporto psicologico per affrontare una situazione che non si augura a nessuno. Le due famiglie hanno deciso di rimanere in contatto comunque andranno le cose, così da mantenere un legame.