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Papà cresce 7 figli da solo dopo il divorzio

Papà cresce 7 figli da solo dopo il divorzio: “Sono la mia vita”

José Borges da Costa è una guardia che ogni mattina si sveglia e va a lavorare, non prima di essersi occupato della sua nutrita famiglia. Il papà cresce i 7 figli da solo dopo il divorzio della moglie, senza alcun aiuto. Per fortuna i ragazzi sono molto uniti e danno una mano al genitore ogni giorno, senza mai lasciarlo solo. Per lui sono tutta la sua vita.

Papà cresce 7 figli da solo dopo il divorzio

José Borges da Costa è un uomo di 53 anni che ogni giorno si alza all’alba per preparare una colazione e portare i suoi sette figli a scuola. Prima di andare a lavorare, lava i panni, sistema la casa e prepara anche già il pranzo, così da anticiparsi un po’. Da quando ha divorziato dalla moglie, è lui che si occupa di crescere i sette figli, cercando di non far mancare loro nulla.

José Borges da Costa vive, infatti, con i figli Thiago e Daniel Feitosa Borges, di 15 anni, Manuela, 13 anni, Gabriela, 12 anni, Alexia, 10 anni, Letícia, 8 anni, e Valentina, 6 anni, ad Araguaína, comune del Brasile nello stato del Tocantins, parte della mesoregione Ocidental do Tocantins e della microregione di Araguaína. Dopo il divorzio ha ottenuto dai giudici del Tribunale dei Minori l’affidamento totale dei suoi bambini. Anche se sapeva bene che lo stipendio da guardiano presso il Centro di riferimento per l’assistenza sociale (CRAS), circa 1.500 Real brasiliani, non è sufficiente per crescere 7 figli.

José Borges da Costa

Oltre a lavorare come guardia, allora, José fa anche il muratore, l’elettricista, l’idraulico, l’imbianchino, il falegname e anche il cuoco. Altri lavori non può farne a causa delle sue condizioni di salute e del fatto che comunque deve badare a 7 figli di età diverse.

Non lo sopporto, ho la pressione alta, non posso a causa della mia salute. E mi occupo anche dei miei figli, non posso lasciarli soli a casa, sono tutti minorenni.

Per fortuna ogni tanto riceve donazioni di cestini alimentari, vestiti e scarpe da parte di volontari, anche se tutto questo, ovviamente non è sufficiente.

La sfida è molto grande, non avrei mai pensato di affrontarla. Ma sono i miei figli e non posso abbandonarli. Come genitore, se non posso proteggere, chi lo farà? Dio mi ha dato e mi darà le condizioni di cui prendermi cura. Quello che posso dare, lo do. Non lavoro per me stesso, lavoro per loro.

Thiago, Daniel Feitosa Borges, Manuela, Gabriela, Alexia, Letícia, Valentina

L’uomo è cresciuto in una famiglia povera. La mamma lavorava come domestica e stava fuori tutto il giorno. Era solo un bambino, ma già aveva addosso un forte carico di responsabilità. A 5 anni ha dovuto imparare a cucinare usando una stufa a legna. Anche i suoi figli, ora, imparano a prendersi delle responsabilità in casa. I più grandi lavano i panni e tengono in ordine la casa, mentre le figlie più grandi si prendono cura delle più piccole.

La parte migliore è poter stare insieme a loro, prendersi cura di loro, insegnare loro i compiti, quello che so di insegnare. Non posso stare lontano.

José spera che tutti i suoi figli possano studiare, almeno fino al diploma:

Quello che spero è che riescano a finire gli studi, a seguire il corso che sognano. Vogliono essere un poliziotto, un medico, un avvocato, un dentista. Dico: ‘devi studiare, perché l’unica cosa che posso fare è studiare’.