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Parto in casa, rischi e pericoli

Da qualche anno a questa parte il parto in casa è tornato di moda. Tuttavia prima di decidere di non recarsi in ospedale al momento opportuno bisognerebbe aver studiato la situazione nella maniera più accurata.

Se siete future mamme in attesa e state pensando al parto in casa allora non perdetevi questa guida molto utile e completa sui rischi e i vantaggi di questa opportunità. Non molti anni fa la maggior parte dei bambini nasceva fra le mura domestiche.

Qualcuna di voi avrà sicuramente una nonna o una bisnonna che ha partorito in casa. Nel corso degli anni poi, sono state sempre meno le donne che hanno deciso di partorire in casa e si è piano piano, abbandonata questa abitudine, complice anche la maggiore sicurezza in ospedale.

Effettivamente quando si pensa a partorire in casa, non si possono negare alcuni aspetti da tenere in considerazione. Nel malaugurato caso in cui mamma e nascituro abbiano dei problemi, essere già in una struttura attrezzata come un ospedale, potrebbe cambiare le cose in meglio.

D’altro canto anche il parto in casa ha dei vantaggi che vale la pena menzionare. Questo articolo non vuole e non deve convincere nessuno. Il nostro obiettivo è solamente quello di illustrare i pro e i contro di una pratica sempre più attrezzata: il parto in casa.

Partorire nella tranquillità della propria casa

Partendo dal presupposto che quando si ha a che fare con l’essere umano non esiste mai la probabilità che non si verifichino rischi, si può tranquillamente dire che il parto in casa, se organizzato e studiato (per quanto possibile) nei minimi dettagli, può essere una scelta oculata.

Con il passare degli anni il parto naturale è stato molto medicalizzato. E per questo è anche diminuita la mortalità. Al giorno d’oggi quindi sono tantissime le mamme che scelgono di mettere al mondo il proprio bambino il più naturalmente possibile. Anche perché lo dice proprio la parola: il parto naturale nella maggior parte delle volte inizia e termina senza l’ausilio di operazioni o altri interventi.

Ovviamente, prima di parlare dei pro e dei contro del parto in casa bisognerebbe fare una premessa importante: si può procedere con questa decisione solo se la gravidanza è fisiologica e mamma e nascituro non hanno alcun problema.

Ma quanto è diffuso il parto in casa? In alcuni Paesi europei molto di più rispetto all’Italia, ma anche nel nostro Paese i numeri legati a questa scelta sono in aumento sempre di più. Secondo il rapporto CeDAP (Certificato di assistenza al parto a cura del Ministero della Salute pubblicato nel 2018 e riferito all’anno 2015) lo 0,1% dei bambini sono nati in casa o in strutture diverse rispetto a quelle normalmente utilizzate.

Tuttavia non tutti consigliano tale pratica. Che è stata ampiamente sconsigliata dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN), che pur riconoscendo l’importanza della figura dell’ostetrica, ribadisce da molti anni la sua posizione.

Ovvero quella che il parto in casa è sconsigliato e che prevede molti rischi. Il posto più sicuro per far nascere un bambino è sempre e solo l’ospedale.

In Italia si può partorire nella propria casa?

La risposta è sì, se la futura mamma lo desidera può scegliere di partorire nella sua casa. Come dicevamo sono moltissime le donne che condannano l’eccessiva medicalizzazione di un evento che dovrebbe essere il più naturale possibile.

E che di conseguenza decidono di far nascere il proprio bambino in un ambiente familiare e molto più confortevole rispetto a quello ospedaliero. Non dimentichiamoci però, che se la famiglia decide di non affidarsi a una struttura specializzata deve accuratamente programmare e pensare a tutte le ipotesi.

Come dicevamo più sopra, si può decidere di partorire in casa solo se non è previsto il taglio cesareo e solo se ci sono altri presupposti che riguardano le condizioni sia del bambino e sia della mamma. Che per avere il via libera deve essere considerata a basso rischio. Ciò vuol dire che la sua situazione deve prevedere con un margine di sicurezza che non avrà problemi durante il travaglio.

In ogni caso partorire in casa significa anche rinunciare a tutte quelle pratiche che vengono messe in atto durante il parto naturale in ospedale, come l’epidurale e l’episiotomia. Nella maggior parte delle volte quando si sceglie di rimanere a casa si cerca di organizzare un parto in acqua.

In questo caso c’è un altro ostacolo che la futura mamma deve superare: i tamponi vaginali e rettali. Che vengono effettuati alla fine della gravidanza e segnalano la presenza di un’infezione che potrebbe essere trasmessa al bambino durante il suo passaggio nel canale vaginale.

In linea di massima per avere l’ok del ginecologo e poter partorire in casa, non devono verificarsi le seguenti condizioni:

  • Tamponi positivi
  • Pressione sanguigna alta della mamma
  • Parto gemellare e difficile
  • Posizione podalica del bambino
  • Diabete gestazionale
  • Cardiopatie della mamma e del bambino
  • Altri problemi di salute

I rischi e i vantaggi

Quando pensiamo al parto in casa non si può non soffermarsi anche sui possibili rischi. Una struttura ospedaliera è più attrezzata di una casa e in caso di bisogno può reagire prontamente a eventuali problemi.

Se si sceglie di partorire in casa bisogna quindi mettere in previsione un pericolo molto importante: in caso di problemi bisogna correre in ospedale perché in casa non ci sono medici e nemmeno attrezzature.

E questo è il motivo per cui tantissime persone dell’ambiente sconsigliano di portare avanti questa decisione. Tuttavia come dicevamo ci sono anche molti pro di cui vale la pena parlare. In primo luogo la partoriente è in un luogo a lei caro, rilassante e anche familiare. In più può godere della presenza del partner ma anche di personale specializzato.

Non lo avevamo ancora detto ma quando si sceglie di partorire in casa, bisogna avvalersi della presenza e delle competenze di un’ostetrica specializzata. Che sarà in grado di aiutare la futura mamma a mettere al mondo il proprio piccolo. E che sarà in grado di stabilizzare la situazione, almeno iniziale, in caso si verifichino dei problemi.

Vi avevamo già anticipato che qualora sceglieste di non recarvi in casa dovrete per forza rinunciare alla possibilità di fare l’epidurale. Una tecnica di anestesia che richiede la presenza di un anestesista. In sua sostituzione, potrete però scegliere diversi rimedi naturali e non:

 

  • L’elettrostimolatore transcutaneo dei nervi (NEST), che stimola le naturali endorfine del corpo donando un po’ di sollievo
  • Omeopatia
  • Rimedi naturali come l’arnica

Quanto costa partorire in casa?

Sia il parto in casa che quello in acqua sono delle tipologie di parto che il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) non copre e che la famiglia dovrà sostenere da sola. Fra le due opzioni il più costoso è quello in acqua perché prevede il noleggio di una speciale vasca (siamo sui 400 euro), più naturalmente la retribuzione da dare all’ostetrica.

Che varia molto in base alle zone d’Italia. Si va da un minimo di 1000 euro a un massimo di 3500 euro. Il costo prevede la reperibilità di due professioniste a partire dalla 38esima settimana di gravidanza, il lavoro vero e proprio effettuato durante il travaglio e le visite post parto.

In Italia ci sono due strutture ospedaliere che offrono gratuitamente la possibilità di partorire in casa e si trovano a Reggio Emilia e a Torino.

I vantaggi del parto in casa riguardano non solo il momento del travaglio ma anche le ore subito successive alla nascita. Al contrario dell’ospedale potete decidere di tagliare il cordone ombelicale con qualche ora, almeno due, di ritardo. Una pratica molto benefica per il bambino e che prende il nome di lothus birth. E che parte dal presupposto che un taglio del cordone ombelicale troppo repentino può essere equiparato a una vera e propria violenza nei confronti del bambino e della mamma.