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Sinusite infantile, cosa c’è da sapere

La sinusite nei bambini è un’infiammazione dei seni paranasali che può essere causata da un’infezione o da un altra patologia sottostante. I seni paranasali sono degli spazi aerei vuoti a livello delle ossa che circondano il naso e producono muco e catarro. In caso di infiammazione i seni si ostruiscono e ciò provoca dolore e mal di testa. Come riconoscere e curare la sinusite nei bambini? Ecco tutto quel che c’è da sapere sui sintomi e i trattamenti più efficaci.

I sintomi della sinusite nei bambini

I sintomi della sinusite sono generalmente:

  • febbre
  • debolezza
  • stanchezza
  • tosse
  • congestione nasale
  • muco e catarro

La sinusite acuta inizia molto spesso come un raffreddore che poi degenera e si trasforma in un’infezione batterica. Tra le altre cause della sinusite troviamo anche allergie, riniti frequenti e alcune malattie. I bambini piccoli possono avere frequentemente dei raffreddori, con muco e naso che cola, se il raffreddore perdura per sette giorni e non passa con lavaggi nasali e si presenta la febbre è bene chiamare il pediatra perché potrebbe essersi instaurata un’infezione (una sinusite, ma anche un’otite o una bronchite). I bimbi più grandicelli possono lamentare tosse secca, febbre, catarro, mal d’orecchio e di denti.

Il pediatra potrà fare la diagnosi utilizzando un test chiamato diafanoscopia: si introduce all’interno della bocca una fonte luminosa che dovrebbe filtrare attraverso le ossa del volto se i seni paranasali sono liberi, mentre non filtra in caso di seni ostruiti e quindi in caso di sinusite. Può essere utile il prelievo di un campione dai seni paranasali che verrà analizzato in laboratorio al fine di individuare quale sia il batterio responsabile dell’infezione e studiare, in questo modo, una terapia antibiotica più mirata e precisa.

In molti casi per una diagnosi certa è necessaria una visita dall’otorinolaringoiatra che eseguirà un esame non invasivo, chiamato endoscopia del naso, che consiste nell’inserimento di un sondino nel naso per individuare le caratteristiche secrezioni mucose della sinusite.

Mal di testa nei bambini

Spesso associamo la cefalea e l’emicrania con la sinusite. In realtà se è vero che nelle persone adulte il mal di testa continuo, soprattutto se associato a febbre, raffreddore che non passa, mal di denti, può essere un sintomo della sinusite, nei bambini ciò può non essere altrettanto vero.

Questo perché per quanto riguarda i bambini c’è un’importante distinzione da fare in base all’età. Fino ai sette anni i seni paranasali non sono sviluppati, e comunque anche dopo non sono abbastanza sviluppati da poter essere coinvolti in un’infezione. Ciò detto è difficile che il mal di testa nei bambini sia riconducibile ad una sinusite.

Un bambino di 3-5 anni che lamenta spesso emicranie e dolore alla testa andrebbe portato dal pediatra per accertarsi che non ci siano problemi alla vista – che in molti casi possono scatenare i mal di testa – o altri disturbi, anche di tipo psicologico.

l mal di testa, o cefalea, è un sintomo molto frequente non solo nei pazienti adulti, ma anche in quelli pediatrici, specialmente in età scolare. Alcune statistiche dimostrano che circa il 25% di bambini in quella fascia di età riferisce di aver avuto almeno un episodio di mal di testa nel corso dell’anno. Se per un adulto un episodio di cefalea è percepito come un fatto normale, diversa è la situazione nel bambino che lamenta un dolore al capo.

Il genitore il cui figlio denuncia un simile disturbo pone domande e chiede risposte per comprendere se sia giusto prendere provvedimenti in caso di un singolo episodio di cefalea o cosa fare se gli episodi di mal di testa tendono a ripetersi. È importante, a questo proposito, riconoscere i differenti mal di testa e rivolgersi al medico giusto che indagherà sulle possibili cause del malessere.

Curare la sinusite nei bambini

Il pediatra, una volta diagnosticata la sinusite, procederà con una terapia che generalmente include antibiotici, antidolorifici e decongestionanti. Possono essere utili anche vaporizzatori, spray nasali con soluzione salina, pastiglie per la gola. E’ bene sapere, però, che in molti casi la sinusite va via da sola con il solo ausilio di frequenti lavaggi nasali e che l’antibiotico può essere utilizzato solo in casi di sinusite severa.

I medici possono prescrivere degli antibiotici da assumere per via orale per curare i casi di sinusite di origine batterica.

In particolare vengono prescritti:

  • antibiotici: vanno somministrati per due settimane e in caso di sinusite cronica per una settimana ancora dopo la scomparsa dei sintomi.
  • Tachipirina: il paracetamolo può essere utile per alleviare il dolore nei bambini, abbassare la febbre e in generale dare sollievo.
  • Spray nasali a base di soluzioni saline: sono utili per aumentare l’umidità all’interno del naso e per fluidificare il catarro. In generale i pediatri consigliano una regolare igiene nasale nei bambini utilizzando proprio prodotti di questo tipo perché contribuiscono a mantenere morbida la mucosa, a combattere la secchezza, a fluidificare il muco e quindi favorire l’uscita delle secrezioni. Allo stesso modo questi prodotti agiscono efficacemente in caso di sinusite. La soluzione salina può essere usata più volte al giorno perché è un rimedio naturale e non comporta effetti collaterali.
  • Decongestionanti nasali: non sono indicati per i bambini i decongestionanti nasali che contengono principi attivi vasocostrittori come fenilefrina, nafazolina, oximetazolina, xilometazolina. Nei bambini con meno di due anni possono essere usate solo soluzioni saline e bisogna evitare i prodotti che contengono mentolo perché potrebbe provocare un laringospasmo, mentre in quelli un po’ più grandicelli si possono usare con cautela e senza esagerare decongestionanti topici in goccine da instillare nelle narici che però non contengano nafazolina ed efedrina.
  • Antistaminici: se il bambino è allergico e il pediatra potrà prescrivere un antistaminico per favorire la scomparsa dei sintomi e ridurre la rinite.

La terapia con aerosol viene prescritta frequentemente dal pediatra anche per i bambini molto piccoli per trattare disturbi delle vie aeree superiori. Nel caso della sinusite l’aerosol può essere utile per fluidificare il muco e alleviare i sintomi con una aerosol terapia, con farmaci corticosteroidi. E’ importante ricordare che non fa bene al bambino con la sinusite trascorrere del tempo in ambienti chiusi, sovraffollati, dove c’è aria secca. E non va esposto al fumo, alle temperature molto fredde e alle correnti d’aria.

Altra condizione peculiare in età infantile che può influire sullo stato di salute del bambino è la presenza delle vegetazioni adenoidee. Il tessuto linfatico di cui si compongono può infatti andare incontro a processi di natura infiammatoria (adenoiditi) che possono provocare risentimenti flogistici a carico dei seni paranasali dando origine a fenomeni di sinusite. In questo caso quando la patologia si manifesta come complicanza di una rino-adenoidite, la programmazione di una adenoidectomia per rimuovere chirurgicamente la componente infiammatoria cronica permette di risolvere la problematica.

Esistono alcuni accorgimenti utili, legati, ad esempio all’alimentazione, e rimedi naturali che possono rivelarsi utili quando si soffre di sinusite. Ad esempio è bene aumentare l’apporto di vitamina C, che stimola il sistema immunitario. Si trova nei pomodori, negli agrumi, nelle fragole, nei broccoli, nelle patate, nei kiwi.

La prima figura medica di riferimento il pediatra di famiglia, che dovrà valutare la necessità o meno di avviare un percorso diagnostico più complesso.

Se il pediatra diagnostica una cefalea secondaria, invierà il bambino dallo specialista di riferimento. Per esempio, se la cefalea è associata a secrezioni nasali, il bambino verrà inviato dall’otorinolaringoiatra con il sospetto di sinusite. Bisogna però considerare che la maggior parte dei mal di testa dei bambini sono inquadrabili nell’ambito di un’emicrania o di una cefalea tensiva, per cui non è assolutamente necessario ricorrere a esami diagnostici. Nei casi più complessi -o in presenza di un dubbio nella diagnosi o per resistenza alle terapie- il bambino dovrebbe essere inviato ad un centro cefalee specializzato per l’età pediatrica.

Da evitare l’esecuzione casuale di esami diagnostici, spesso inutili o invasivi (per esempio l’Rx dei seni paranasali o la TC del cranio), che possono portare il piccolo paziente a sentirsi “malato”, con il rischio di peggiorare la sua cefalea.