Alzi la mano chi renderebbe subito santo il ciuccio. Ci sono bambini che sin dalla più tenera età hanno imparato a calmarsi con questo accessorio. Con buona pace dei genitori di quei bambini che invece non e hanno mai voluto sapere niente. Spesso si pensa che possa essere dannoso per la crescita dei più piccoli di casa: ciuccio sì o ciuccio no?
Tutti i genitori quando accolgono il neonato in casa si chiedono se è bene dargli il ciuccio o se è meglio evitare. Purtroppo circolano moltissime informazioni sbagliate, senza dimenticare la disinformazione e le fake news, che possiamo leggere online oppure che ci arrivano come consiglio non richiesto da persone a noi vicine. O anche da perfetti sconosciuti.
Cerchiamo di scoprire cosa c’è di giusto e cosa c’è di sbagliato in quello che sentiamo dire continuamente in giro. Per comprendere se è bene oppure no proporre questo accessorio per l’infanzia anche ai nostri neonati. Essendo consapevoli del fatto che togliere il ciuccio a un bambino non è impresa facile. Soprattutto quando è ormai grandicello.
Il ciuccio serve ai bambini?
I neonati hanno bisogno di un sistema per potersi calmare. C’è chi si succhia il pollice. Chi non trova pace con niente. E chi, invece, vede nel ciuccio uno strumento per riuscire ad addormentarsi, per gestire l’ansia, per trovare la pace. Non tutti i bambini trovano sollievo in questo strumento che siamo noi genitori a dare loro.
I bambini possono anche crescere senza ciuccio, quindi inutile insistere se non lo vogliono. Può essere utile ma solo se si rispettano alcune regole. I pediatri non si stancano mai ad esempio di suggerire ai genitori di toglierlo prima che crescano troppo, perché i piccoli potrebbero soffrire di problemi di salute anche seri.
Quindi, come ogni accessorio per l’infanzia, anche in questo caso è bene valutare se sia un’imposizione o meno, utile o inutile. E se lo si sta usando nel modo migliore.
I benefici del ciuccio
Alcuni esperti consigliano l’uso del ciuccio quando il bambino non riesce a calmarsi in altri modi: sostituisce di fatto il seno materno, che non solo nutre, ma rassicura e consola. Questo consente anche a mamma e papà, soprattutto alla mamma, di riposarsi un po’, dando al piccolo modo di trovare conforto autonomamente.
Ovviamente il ciuccio va utilizzato solo quando è realmente necessario e non proponendolo ogni volta che il neonato piange. Con il pianto, infatti, esprime tante esigenze ed emozioni differenti, che spetta a mamma e papà comprendere. Come routine della nanna, invece, è sempre consigliabile, perché aiuta i piccoli a cadere tra le braccia di Morfeo.
I pediatri sottolineano anche che il ciuccio può ridurre il rischio di morte in culla o morte improvvisa infantile. Grazie al movimento di suzione e di deglutizione che il bambino deve eseguire con il ciuccio in bocca, si innesca un meccanismo per cui è più facile prevenire la SIDS.
Il ciuccio è anche molto utile in caso di voli aerei. La suzione dà una mano a evitare problemi di varia natura, come il dolore che, soprattutto i più piccoli, provano in fase di decollo e di atterraggio. Anche il biberon o il seno materno svolgono perfettamente la stessa funzione.
Controindicazioni del ciuccio
Abbiamo visto i benefici, ma quali sono le controindicazioni? In realtà non è il ciuccio in se a essere pericoloso, ma l’uso sbagliato che spesso se ne fa. Il rischio è che il bambino non possa più fare a meno di quello strumento per potersi calmare, non riuscendo a separarsi da esso nemmeno con la crescita.
E questo è un altro problema. Spesso i genitori non riescono ad aiutare il piccolo ad abbandonarlo. Con il rischio di avere bambini anche grandicelli, che vanno all’asilo, che ancora ricorrono al suo uso spesso durante il giorno e durante la notte. Con tutti i problemi per l’igiene dentale che questo comporta.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che l’uso precoce del ciuccio può interferire con l’allattamento al seno e può aumentare il rischio di otiti medie. Potrebbe anche provocare altri disturbi, come la pessima abitudine di respirare con la bocca e non con il naso. Oltre i 12-18 mesi di età, poi, può comportare problemi di occlusione dentaria.