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clistere nei bambini

Come fare un clistere

Un clistere può essere eseguito per vari motivi; nel bambino possiamo dire che nella maggior parte dei casi si somministra a causa di episodi di stipsi (fenomeno molto diffuso). Pertanto, in questo articolo cercheremo di dare tutte le informazioni necessarie per capire come bisogna eseguire un clistere evacuativo a casa, quali tipi di soluzioni utilizzare, quando è opportuno farlo e quando invece evitarlo.

Cosa è un clistere e quanti tipi esistono

Un clistere, o enteroclisma, consiste nella somministrazione di soluzioni liquide all’interno del retto e del colon, utilizzando un presidio (un tubicino) che viene inserito nell’orifizio anale. Esistono diverse tipologie di clistere, ognuna delle quali ha una funzione specifica:

  1. clistere evacuativo (lassativo); si tratta di un mix di acqua tiepida (500-1000 ml) e sostanze lassative tipo la glicerina. Si utilizza quando il bambino soffre di stipsi e spesso i pediatri consigliano di aggiungere anche altre sostanze naturali come ad esempio l’olio extra vergine di oliva.
  2. clistere terapeutico; questo tipo di clistere è caratterizzato dalla presenza di soluzioni medicamentose, ovvero sostanze farmaceutiche ad azione locale o sistemica, per esempio possono essere introdotti farmaci antinfiammatori o antibiotici in caso di patologie infettive e/o infiammatorie a carica dell’ultimo tratto dell’intestino. Il clistere terapeutico viene dunque utilizzato per il trattamento di uno stato patologico e viene indicato nel momento in cui non possono essere utilizzate altre vie per il trattamento; per esempio quando siamo in presenza di vomito incoercibile per cui la via orale non può essere utilizzata.
  3. clistere diagnostico; si tratta di un clistere che viene somministrato in caso di esame radiografico del colon, in questi casi vengono eseguiti clisteri a base di solfato di bario (clisma opaco) che ai raggi X si presenta con colorazione opaca per cui consente lo studio delle pareti dell’intestino crasso.

Qual è la differenza tra enteroclisma, peretta e pompetta?

Spesso si sente utilizzare questi termini come se indicassero procedure diverse, in realtà si tratta esattamente della stessa cosa: la definizione di clistere vale anche per enteroclisma, peretta e pompetta. Si tratta, in tutti e quattro i casi, di un’irrigazione dell’ultimo tratto dell’intestino che consiste nella somministrazione di soluzioni liquide al fine di liberare il colon da fecalomi, residui non digeriti, gas, flora batterica patogena e feci non espulse. L’unica differenza tra i suddetti termini sta nel volume di liquido somministrabile e nel tipo di presidio che viene utilizzato. Per quanto riguarda il clistere e/o enteroclisma si può introdurre un volume di liquidi che va da 0,5 a 2 litri, questo perché spesso si utilizza una sacca sterile, in cui viene posta la soluzione, e un tubicino sterile connesso alla sacca che va introdotto nell’ano per l’infusione della soluzione evacuativa. Con la peretta o pompetta invece, si può somministrare un volume di liquidi che va da 0,1 a 0,2 litri; in questo caso si tratta di clisteri preconfezionati provvisti di un piccolo contenitore in cui vi è il liquido e di un presidio da applicare al di sopra del contenitore, di forma e funzionalità adatta per l’introduzione della soluzione nell’orifizio anale.

Altre differenze nella composizione possono essere, ad esempio, che nel clistere (in genere sotto forma di pompetta) la concentrazione di acqua è molto bassa e quindi viene utilizzato per disturbi lievi; l’enteroclisma invece, è un Kit che si può acquistare in farmacia, provvisto di una sacca da 2 litri a cui è connessa una sonda flessibile alla cui estremità distale è posto un rubinetto, una cannula rettale per l’irrigazione del colon e una vaginale per il lavaggio vaginale. L’enteroclisma può essere somministrato solo quando il processo digestivo è completato, dunque circa 4 ore dopo aver mangiato cibi leggeri come le verdure, 3 ore dopo la frutta e più di 5 ore dopo aver ingerito alimenti come carne, latticini, pane, pasta ecc.

Quali sono i prodotti consigliati per clisteri fatti in casa

Ecco di seguito una lista di clisteri che potete trovare online che vi suggeriamo di acquistare qualora stiate cercando buoni prodotti con buon rapporto qualità prezzo.

Ovviamente, prima di acquistare un clistere, è opportuno rivolgersi a un medico che sappia dirci se sia il caso o meno di farne uno. Tuttavia, qualora sia indispensabile e ci venga suggerito di comprarne uno, online è possibile ottenere il giusto rapporto qualità prezzo.

Come fare un clistere e quale posizione assumere

Ormai avrai quindi capito che il clistere consiste in una soluzione con fosfati che arriva ad agire su quella parte della parete intestinale responsabile dell’evacuazione. Oggi è possibile comprare clisteri preconfezionati con approssimativamente 110 ml di soluzione evacuante ma se non puoi acquistarne uno puoi sempre ricorrere a rimedi casalinghi con un cucchiaio di vaselina ogni 100 ml di quella soluzione fisiologica che sicuramente avrai usato quando il tuo piccolo aveva ilraffreddore. Raccomandiamo di fare il clistere esclusivamente in un ambiente pulito e soprattutto in cui il bimbo si senta a proprio agio, una situazione confortevole in cui non manchi privacy. I materiali che usi deve essere assolutamente igienizzati e sterili, chi esegue il clistere deve garantire tale sicurezza igienica con un accurato lavaggio delle mani e indossando un paio di guanti sanitari.

Preparare il materiale necessario:

  • la sacca contenente la soluzione;
  • la sonda rettale;
  • una crema lubrificante.

È fondamentale ricordare di riscaldare la soluzione fino a raggiungere una temperatura compresa tra i 25° e i 38° C; questo perché la soluzione deve avere una temperatura all’incirca pari alla temperatura corporea del bambino, per evitare la comparsa di riflessi vagali (es. svenimento). Inoltre, la sacca deve essere posizionata all’altezza della spalla de paziente e non più sopra, perché più alta è la sacca più veloce la soluzione defluisce, con il rischio di provocare riflessi vagali.

Nel bambino piccolo in genere si somministrano circa 30 ml di soluzione, mentre in quello più grandicello (>2aa) viene utilizzato direttamente un clistere da 100 ml; in base al peso la quantità viene calcolata somministrando circa 10 ml per ogni chilogrammo di peso corporeo. Infine, ricordiamoci che se il clistere non è espressamente indicato dal medico, non bisogna assolutamente somministrare una quantità superiore ai 200 ml.

La posizione corretta da far assumere al bambino per la somministrazione del clistere è la seguente: decubito laterale sinistro con la gamba destra leggermente sovrapposta a quella sinistra. Anche la posizione ginecologica, con le ginocchia flesse appoggiate all’addome, potrebbe essere utilizzata, ma è decisamente poco consigliabile in quanto, già di per se la procedura a cui viene sottoposto il bambino non è confortevole e quest’ultima posizione potrebbe solo far agitare ulteriormente il bambino che si sentirebbe più costretto, immobilizzato, rispetto al decubito laterale sinistro.

Quando fare il clistere e quando sconsigliarlo

Nel bambino, i casi in cui è prevista la somministrazione di un clistere sono:

  • presenza di ingombro fecale;
  • stipsi importante;
  • lavaggio intestinale pre-operatorio;
  • scopo diagnostico;
  • difficoltà nella defecazione a seguito di un intervento chirurgico (se indicato dal medico);
  • condizioni patologiche (Spina Bifida, Malattia di Hirschsprung);
  • malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI);
  • stomie intestinali.

In generale invece, i clisteri sono sconsigliati in caso di ileo paralitico e in presenza di ostruzione del colon, poiché in questi casi si potrebbe causare una perforazione dell’ultimo tratto dell’intestino o un’emorragia se non vengono seguiti delle precise indicazioni dopo un intervento chirurgico maggiore; pertanto in questi casi seguire sempre le indicazioni del medico.

Nei bambini la peretta può essere somministrata anche ad ogni episodio di stipisi; tant’è vero che nei bambini che soffrono di stitichezza i medici pediatri di solito consigliano di fare la pompetta ogni 72 ore circa, ovvero ogni 3 giorni per evitare che le feci si disidratino, si induriscano formando un’ostruzione importante che potrebbe poi causare gravi problemi di ingombro fecale e irritazione del colon.

Ricordiamoci comunque che per quanto riguarda la stitichezza, il primo rimedio di prevenzione è rappresentato da una corretta alimentazione del bambino, per cui prima di causare l’insorgenza di un fecaloma e poi dover sottoporre il bambino alla somministrazione di un catetere, è opportuno correggere la dieta, aumentando l’apporto di acqua e fibre secondo consiglio medico.