Francesca SalvatiNon sono poche le storie di mamma che, subito dopo aver dato alla luce un bambino, rimangono incinte nuovamente, andando incontro ad una gravidanza molto vicina alla prima. Questo accade in concomitanza del ritorno del ciclo mestruale, anche se in contemporanea con l’allattamento al seno, che, vista da un certo punto di vista, pare avere una valenza come contraccettivo, ma ci sono molti buoni motivi per non rischiare.
Perché l’allattamento al seno funziona come contraccettivo
L’allattamento al seno indica una vera e propria tempesta ormonale all’interno del corpo di una donna che ha appena partorito. Sono molti gli ormoni che vengono secreti all’interno dell’organismo e che producono quello che sarà il cibo del piccolo per diverso tempo dopo la nascita. Tra gli ormoni principali c’è la prolattina, la quale ha il ruolo di inibire altri e due ormoni che invece causano l’ovulazione, ossia l’ormone follicolo stimolante (FSH) e l’ormone della gonadotropina (GnRH).
Questo ultimi due ormoni sono proprio quelli che preparano il corpo all’ovulazione e, quindi, a creare le cellule uovo dentro le quali si andrà ad inserire lo spermatozoo fecondante. Insomma, questi ormoni del latte riescono a far smettere al corpo di produrre gli ormoni che invece si occupano dell’ovulazione, andando a rendere temporaneamente la donna infertile, più o meno.
Si può pensare, in questo modo, che l’allattamento al seno sia un metodo efficacissimo per non rimanere nuovamente incinta. Ebbene, stiamo parlando di un’efficacia al 98%, ma non con copertura totale, dato che dipende da diversi fattori. Alcuni studi hanno rilevato che bisogna mantenere determinati standard per aumentare l’efficacia di questo metodo:
- Allattare il bambino dalle 10 alle 12 volte al giorno;
- Si deve trattare di un allattamento al seno esclusivo;
- La madre non deve aver già avuto nuovamente le mestruazioni.
In sostanza, se si verificano queste condizioni si potrebbe essere tranquilli, avendo in questo caso una certezza quasi pari al 100%.
