Fare il genitori è un’impresa a dir poco titanica. Oltre a creare un bambino, lo si deve plasmare caratterialmente parlando, cercando di fare meno errori possibili e regolando il carattere di base del piccolo in modo da renderlo più equilibrato. A questo fine, ci sono diverse correnti di pensiero su come comportarsi, ma questa tecnica delle 3 zone sicuramente sarà di vostro gradimento.
Cos’è la tecnica delle 3 zone
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La psicoterapeuta Ginnot, negli anni ’60, mise a punto questa tecnica delle 3 zone con il fine di aiutare i genitori a gestire, riequilibrare ed inquadrare il carattere dei propri bambini. Di fatto, si tratta di un modo per insegnare in da piccoli ai bimbi quali sono le regole fondamentali da dover seguire e conoscere nella vita.
La tecnica consiste nel dividere la sfera comportamentale del bambino in tre aree: la verde, la gialla e la rossa. La verde contiene tutti i comportamenti permessi, che possono essere utilizzati quando il bambino lo preferisce. La gialla racchiude invece tutti i comportamenti richiesti solo in determinati momenti. La rossa, per concludere, rappresenta le azioni che sono assolutamente vietate in qualsiasi caso.
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Queste tre zone devono essere usate dai genitori al fine di arrivare ad avere un assetto completo e chiaro per il bambino di cosa è concesso e cosa no. Di fatto, sono proprio i genitori a riempire le tre zone con quello che più preferiscono. Grazie a questa suddivisione schematizzata e facilitata, il bambino saprà come comportarsi in ogni occasione. Infine, le zone e le attività variano anche in relazione all’età: un bambino di 5 anni avrà dei divieti diversi da quello di 10.
Questa tecnica arriva incontro alle più disparate divergenze ideologiche. Infatti, come educare un figlio non è di certo un qualcosa di universale e condiviso in modo assoluto, ma in realtà ogni genitori ha un modo diverso e delle priorità diverse da mettere in campo. Ecco perché le 3 zone sono utili: ognuno può personalizzarle come più preferisce e in modo semplice ed intuitivo.